Narrativa Generale – Ishtar

Ishtar è la dea più importante della mitologia assiro-babilonese, ma fu adorata da tanti altri popoli: semiti, ittiti, hurriti, fenici, siriani. È la signora dei contrasti: divinità dell’amore e della guerra, della fertilità e della madre terra, sorella del Sole e figlia della Luna. Una dea che abbraccia le tante facce della vita.
Cosa che fa anche la narrativa generale che in lei vediamo rappresentata.

La FINE è l’INIZIO di ogni cosa.
Gli eventi traumatici della vita sono i terremoti che non ci aspettiamo. Diamo per scontato lavoro, salute, affetti fino al giorno in cui qualcosa o qualcuno non scardina le nostre certezze.
È quello che succede a Rebecca, dopo una vita dedicata a ciò a cui teneva di più e che la rendeva felice.
In pochi minuti e senza una spiegazione ciò che amava le viene tolto e lei si ritrova a dover fare i conti con una vita a cui non è abituata e, soprattutto, a ripartire da zero.
Ciò che faceva parte delle sue giornate non esiste più, neanche le persone. Le restano soltanto due certezze indistruttibili: Ilaria e Vittorio.
Saranno loro ad aiutarla a rimettersi in piedi? Avrà la forza necessaria per ripartire o dovrà prima suturare le ferite dell’anima?

Roberta Marcaccio vive in Romagna. Ha pubblicato il romanzo “Il cactus non ha colpa” (prima edizione 2021) e il racconto “Amori eterni come l’acqua alle fontane” (2022) nell’antologia “Dolcezza tra le righe” (Triskell Edizioni); la raccolta di racconti “Profumo di camelia” (2022 – Bakemono Lab Edizioni); i romanzi “Tranne il colore degli occhi”, “Ti raggiungo in Pakistan” e la raccolta “C’è poco da ridere” con CaRoL Books.  Nel 2023 pubblica con CaRoL Books il romanzo “Heidi, nessuna stella deve morire”, una storia nata dopo un viaggio in Val Gardena e all’Alpe di Siusi. Ha collaborato con la rivista Il Colophon e ricevuto il Diploma di Merito per il racconto L’Hotel Rimini (Concorso Scintille in 100 parole, 2015), incluso nella raccolta “C’è poco da ridere”. 

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«Lasciare andare» ha tanti volti, sia concreti che figurati: smettere di essere testardi; recuperare una velocità più adatta alle proprie gambe, o alla propria vita; intuire un condizionamento; affrancarsi da una prigionia auto-imposta.
Non è rinunciare, ma provare a vincere un secondo prima di perdere. È una forma del pensiero laterale. È affidarsi al Tempo, che guarisce quando giudica. È respirare finalmente a fondo. Salvarsi.

Marco Valenti, architetto e funzionario statale, è nato a Roma mentre si svolgevano le Olimpiadi. Scrive da sempre ma, per sua scelta, l’unico suo libro ancora disponibile è “Cometa e bugie dopo venti anni” (2020 – Edizioni Dialoghi). Ha collaborato con la rivista di letteratura Il Colophon. Avido lettore fin da piccolo è diventato nel tempo scrittore e lettore lento. Ama scegliere i modi più appropriati per scrivere ogni storia rispettandone le peculiarità ma senza perdere il proprio stile. Qualcuno lo ha definito un cantastorie e a lui piace molto.

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Si potrebbero chiamare short stories. Brevi racconti non sempre comprensibili per chi volesse cercarvi una mera concretezza.
Prose poetiche preferiscono definirle le autrici. E neppure chi le conosce bene cerchi di distinguere di quali delle due e in quali punti è il narrare. Clara e Irene hanno in comune soprattutto l’aver vissuto in un altrove, in un Paese un tempo così bello e così dolce.
Come si siano dipanate queste storie scritte a quattro mani e due cuori, il lettore sarà invece in grado di scoprirlo.

Clara Piacentini è stata docente di Lettere in Italia e all’estero.
I sette anni trascorsi in Etiopia hanno profondamente segnato il suo modo di pensare, il suo sguardo sulla vita.
Consulente in scrittura biografica ed autobiografica, diplomata alla Scuola Triennale della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, conduce seminari e laboratori di scrittura di sé, coniugando la forza creativa della parola con il linguaggio poetico.
Nel 2017 ha pubblicato per Antonio Tombolini Editore una raccolta di racconti dal titolo “Bianca come l’Africa”. Nel 2018 per Mimesis/Accademia del Silenzio il taccuino “UNA FARFALLA CON LE STAMPELLE Correre nel silenzio”. Nel 2019 per A.L.A. LIBRI “Dialoghi per voce sola. Tre racconti in forma di monologo”.

Irene Tosato, laureata in architettura, ha sempre lavorato all’estero e in particolare nella sua amata Etiopia. La sua tesi di laurea “Addis Abeba: tradizione architettonica e sviluppo della città moderna” le ha consentito di effettuare studi approfonditi sull’architettura e l’arte coloniale che l’hanno ispirata nei suoi primi lavori da pittrice.
Ha esposto in diverse parti del mondo collaborando con diverse gallerie a Roma e Los Angeles. Nel 2017 ha partecipato alla Biennale d’arte di Palermo. Ora vive con i suoi figli a San Gimignano.

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Nella primavera del 1950, la contrada Marzo di San Felice Maggiore dà i natali a due bambine: Michela, riservata, taciturna, solitaria, e Annamaria, solare, allegra, amichevole con tutti e piena di vita. Nonostante le loro differenze caratteriali, le due bimbe diventano grandi amiche e condividono ogni momento importante della vita: i giochi, la scuola, la famiglia, le amicizie. Fino al giorno in cui Michela sparisce. Annamaria la cerca ovunque, in paese, nel bosco. Nessuno sa dove sia finita o cosa le sia successo. Anche Diana, la strega che vive nella baracca vicino al torrente, si rifiuta di dirle la verità. E sono proprio le parole di quest’ultima a farle capire che, almeno per il momento, non avrà alcuna possibilità di ritrovare la sua amica.

«Verrà il tempo del perdono, del riavvicinamento, della prova. Tu sarai chiamata a decidere se credi davvero in questa amicizia. Dovrai accettare una situazione difficile e fare i conti con il passato. Dimentica Michela.» La voce della vecchia si addolcisce. «Ora lei è fuori dalla tua dimensione e non ritornerà per molti anni.»

Roberta Marcaccio è nata a Rimini nel 1965 e vive in Romagna.
Ha pubblicato “Il cactus non ha colpa” con Triskell Edizioni nel 2021, “C’è poco da ridere”, “Ti raggiungo in Pakistan” e “Tranne il colore degli occhi” con CaRoL Books nel 2021. Ha collaborato con la rivista Il Colophon.


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Lorenzo condottiero stanco di battaglie, Rossana che fugge nella nebbia, Emma in equilibrio tra passato e presente su uno scalino di Trinità dei Monti. Matilde, paziente, attende una nave e un futuro possibile, Michel il futuro l’ha acchiappato e lo tiene stretto, Amelia e Andrea, ciascuno a modo loro, vivono un amore definitivo.
Otto brevi racconti, e tre poesie, lievi come l’acqua che scorre.

Carla Casazza, giornalista, strategist in comunicazione, editor, consulente editoriale e coach, ha fatto della scrittura la sua passione e il suo lavoro. Ha pubblicato il saggio storico “Montecuccoli 1937-38 Viaggio in Estremo Oriente” (Bacchilega Editore) e il giallo “Pane, marmellata e tè. Tre casi per Beatrice” (Edizioni del Loggione); inoltre, come membro del collettivo SIC, il romanzo a più mani “In territorio nemico” (Minimum Fax).
Legge tanto, di tutto, ma ha una predilezione per la letteratura del nord Europa e quella anglofona.
Cammina appena può, preferibilmente in montagna. Vive in Trentino Alto Adige.

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C’è poco da ridere è una raccolta di racconti. Il filo che li lega è la mano femminile che li ha scritti. L’autrice ha affrontato la scrittura delle storie brevi mantenendo uno sguardo attento a un tema a lei caro e presente in tutte le sue storie: l’anima femminile, ma non per forza l’anima di una donna. I racconti di Roberta Marcaccio sono spaccati di vita. Una narrazione fluida accompagna il lettore dentro ogni vicenda, in cui il sentimento che prevale è l’amore.
Giulia è alle prese con il primo amore, mentre Annalisa gli amori li sbaglia tutti. Paolo saluta il primo giorno di pensione con la disperazione nel cuore, mentre Teo abbandona per sempre la vita sul letto di un ospizio. Dana affronta la morte del suo uomo tra droga e alcol prima di ritrovare la retta via, mentre Marco si libera dagli artigli della depressione grazie alla musica e a Elisa.
I personaggi sono donne e uomini dotati di una spiccata sensibilità, coinvolti dalla vita a tessere trame complicate o disfare vicende vissute. Sono storie difficili, in cui, spesso, C’è poco da ridere.

Roberta Marcaccio è nata a Rimini nel 1965 e vive in Romagna.
Ha pubblicato “Il cactus non ha colpa” con Triskell Edizioni nel 2021, “C’è poco da ridere”, “Ti raggiungo in Pakistan” e “Tranne il colore degli occhi” con CaRoL Books nel 2021. Ha collaborato con la rivista Il Colophon.


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